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∗ 27.9.1968 Bellinzona
Bellinzona (TI)
Scultrice, performer, fotografa
Switzerland (CHE)
applied arts
art in public space
installation
land art
light art
multiple
performance art
sculpture
silk screen
sound art
F
Dopo il diploma di disegnatrice edile studia al Centro scolastico industrie artistiche (CSIA) a Lugano, dove si diploma nel 1994 in grafica con Bruno Monguzzi e in fotografia con Serge Libiszewki. Parallelamente frequenta la scuola di teatro sperimentale di Cristina Castrillo. Questo bagaglio di esperienze formative ad ampio raggio contribuirà a informare la visione di Miki Tallone dell’arte come momento di convergenza di diverse situazioni creative, dove il rapporto con il pubblico e lo spazio sono il risultato di un’indagine che tende a esaltare il primo come partecipante attivo e il secondo come entità astratta capace di catalizzare storie passate e presenti.
A partire dal 2002 espone in Svizzera e all’estero. Tra le sue ultime mostre si ricordano quelle al Museo d’arte contemporanea Villa Croce a Genova (2012), alla National Gallery of Iceland a Reykjavik e alla Fondazione Monte Verità ad Ascona (2013), a Montagu Basition a Gibilterra (2014), al Museo d’arte contemporanea a Gallarate e al Kunstmuseum Luzern (2015). Nel 2012 è premiata agli Swiss Art Awards, mentre nel 2015 viene selezionata per la collection Cahiers d’artistes di Pro Helvetia. Svolge delle residenze alla Cité Internationale des Arts a Parigi (2012) e presso la Fondazione Landis & Gyr a Zugo (2018). Vive e lavora a Minusio.
L’intenzione di affidare all’aspetto performativo una posizione centrale nel suo lavoro si manifesta con maturità in Look Out (Genova, 2012), che invita lo spettatore a interagire con l’orizzonte inteso come dimensione metafisica attraverso una scultura che permette di avvistare il mare come entità vicina e distante. Nello stesso anno, dall’osservazione di un episodio settimanale come la raccolta e il lavaggio delle lenzuola durante la residenza a Parigi, scaturisce la serie di sculture in vetro Can You Give Me My Position?, che rimette in gioco la definizione storica del letto come luogo di riposo, nascita, amore e morte. Le lenzuola contenute in ogni box sono infatti raccolte da un centro smistamento che oltre la Cité Internationale des Arts serve ospedali, scuole e penitenziari. L’operazione di lavaggio, nell’interpretazione di Tallone, cancella le tracce ma non l’intersezione emotiva di storie e situazioni così distanti, circostanza sottolineata dall’iscrizione geometrica sul fronte delle parole «Foxtrot» e «Alfa», usate nel codice nautico per chiedere lumi sulla propria posizione.
Una formula analoga di ricognizione e riproposizione caratterizza In a Low Voice (Gibilterra, 2014), dove, questa volta, le lenzuola sono donate da famiglie locali per essere arrangiate in un’unica scultura che mappa l’interno di una delle tante fortezze che ancora oggi circondano la rocca. Il contrasto tra la fragilità dell’oggetto e la sede che lo ospita rappresenta un’intimità collettiva che trova le sue radici in una storia fatta di conflitti, nomadismi forzati e convergenze culturali non sempre traducibili in convivenze.
In rete (Gallarate, 2015) gioca invece tra poesia e astrazione per riflettere sulle condizioni di vita degli operai residenti nel cantiere Alp Transit. L’installazione racconta la caducità di relazioni destinate a sgretolarsi nel tempo a dispetto della loro temporanea solidità.
L’interesse per il modo in cui gli elementi naturali determinano la fisionomia di un sistema sociale sono espressi in Archetipo (Morcote, 2016), una palafitta costruita sul lago di Lugano che sovverte l’accessibilità con l’inaccessibilità, offrendo così all’osservatore una prospettiva inedita su una struttura resa falsamente familiare dalla sua lunga storia.
La metodologia di Miki Tallone, all’interno della sfera istituzionale, si evolve senza cadere nella trappola della semplice critica. Overflow (Basilea, 2015), consiste in una scultura sospesa fuori da una finestra in un perenne stato di tensione. Visibile sia dall’interno che dall’esterno dell’edificio che contemporaneamente ospita la fiera d’arte Liste, Overflow si avvale del ruolo di canale di comunicazione tangibile in alternativa alla frenesia elettromagnetica che domina il nostro presente.
Collezioni istituzionali (selezione): Ascona, Fondazione Monte Verità; Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana, Collezione Cantone Ticino; Lugano, BSI Art Collection; Reykjavik, National Gallery of Iceland; San Marino, Little Constellation.
Michele Robecchi, 2018
Guida per citazioni:
Michele Robecchi: «Miki Tallone», in SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera, 2018.
https://recherche.sik-isea.ch/sik:person-12564920/in/sikart
Michele Robecchi: Miki Tallone. Zurigo: Pro Helvetia; Lucerna: Edizioni Periferia, 2015 (Collection cahiers d'artistes).
Émergences. Bex & Arts, 2014. [Textes:] Noémie Enz, Julia Hountou, Robert Ireland [et al.]. Lausanne: art&fiction, 2014.
Mark Viales: «Little Constellation project introduces Swiss artist to new Montagu Bastion space». In: Gibraltar Chronicle, 23.5.2014.
Michele Robecchi: Miki Tallone. Laban's Training Area. Ascona: Fondazione Monte Verità, 2013. [pubblicato in occasione dell'inaugurazione dell'opera Laban's Training Area al Monte Verità ad Ascona].
Interno Domestico. Mostre in appartamento 1972-2013. A cura di Federica Boràgina e Giulia Brivio. Miami: Fortino Editions, 2013.
Swiss Art Awards 2012. Twisted Realism. Messe Basel, 2012. Beilage Kunst-Bulletin 2012, 12. Bern: Bundesamt für Kultur, 2012.
The Land seen from the Sea. Little Constellation. Genova, Museo d'arte contemporanea di Villa Croce. [Testi:] Alessandro Castiglioni [et al.]. Milano, Mousse Publishing, 2012.
Patrick Gosatti: «Miki Tallone e l'orizzonte sospeso». In: Kunstbulletin, 3, 2012.
Miki Tallone: Suono visivo. Visual sound. Fotografie: Thomas Banfi. Mendrisio: Gabriele Capelli Editore, 2004.